L’Unitre in visita al COE

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“La scelta del volontariato è rivoluzionaria perché si pone in netta antitesi non solo con la mentalità più diffusa social-borghese, ma anche con gli orientamenti tradizionali di un certi tipo di educazione cristiana: la bontà che accetta il metodo dell’arrangiarsi, la furbizia dell’evasione, la necessità della bugia, la liceità del fare l’interesse proprio o della famiglia o della gente.”

Difficile produrre una sintesi più completa e radicale delle parole di don Francesco Pedretti, fondatore e animatore del Centro di orientamento educativo nella cui sede di Barzio si è tenuto sabato scorso un incontro nel corso del quale, davanti a un pubblico attento e curioso, è stata presentata la ragione istitutiva, davvero rivoluzionaria, del Coe: aiutare il prossimo, sviluppare l’attività di volontariato laico; produrre la crescita di una cultura internazionalista che abbatta le barriere sociali ed etniche; contribuire a uno sviluppo ambientale sostenibile e, insieme, compatibile.

In perfetta aderenza allo spirito e alla lettera dell’enciclica bergogliana “Laudato si’” orientata a sviluppare un’ecologia integrale “…prima che le nuove forme di potere derivata dal paradigma tecno-eco nomico finiscano per distruggere non solo la politica ma anche la libertà e la giustizia.” Il Coe, nell’ambito del volontariato laico cristiano, è attivo da oltre 70 anni in quattro continenti: Europa, Asia, Africa, America. Un’attività fatta di numerose storie personali costruite attraverso decenni densi di spirito di servizio, come hanno spiegato Carla Airoldi e Pietro Mariani, due delle colonne portanti del Coe di Barzio che opera nella realtà locale ma con intenti globali generando accoglienza e solidarietà, muovendosi anche in campo educativo e professionale.

Nato alla fine degli Anni 50 del secolo scorso, il Centro ha ospitato e formato intere generazioni di giovani grazie all’azione di decine di volontari che, come hanno ricordato Carla e Pietro, hanno sostenuto con un impegno costante e instancabile l’attività della struttura che a partire dai primi Anni 70 agisce anche nel settore della cooperazione internazionale in tema di formazione non solo professionale.

L’opera del volontariato si muove da decenni mirando a uno sviluppo sociale privo di squilibri in un contesto educativo nel quale viene prestata grande attenzione ai rapporti interculturali. Numerosi, fra gli altri, i progetti realizzati o in corso di realizzazione in Bangladesh, fra mille difficoltà legate ad una società dalle profonde radici patriarcali dove il ruolo della donna è quasi assimilabile a quello dei paria, gli impuri e “intoccabili” fuori casta, come ha spiegato Pietro Mariani, secondo una diffusa tradizione arcaicamente crudele prevede l’esistenza di spose bambine. Oggi l’attività di formazione esercitata dai volontari che operano nell’organizzazione fondata da don Pedretti, è stata riconosciuta formalmente dallo Stato del Bangladesh.

Elio Spada

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