Fiorisce, da noi, già nella prima metà di maggio. È distribuito dapprima in folte colonie di lunghe foglie fitte e lanceolate di un bel verde scuro. Se ne trovano popolazioni estese lungo i bordi della pista ciclabile di Introbio, in zone ombrose e umide. Poi nel giro di due o tre giorni, si verifica una esplosione di minuscoli fiori odorosi, simili a candidi lapilli. È l’aglio orsino (allium ursinum), parente stretto dell’aglio comune e simile a questo soprattutto per l’odore pungente caratteristico che emanano foglie e fiori utilizzabili anche in cucina, proprio come il fratello più famoso.
Ma fate molta attenzione: le foglie sono simili a quelle del mughetto, essenza tossica che può produrre effetti anche gravi se ingerita. Quindi se volete farvi una frittata all’aglio, rivolgetevi all’ortolano e lasciate perdere il fai da te. Dimenticavo: si chiama ursino forse perché gli orsi quando escono dal letargo invernale, se ne cibano volentieri. Ma non ne sono sicuro.
Elio Spada