UN GLORIOSO PASSATO DIMENTICATO: LE TERME DI TARTAVALLE – TACENO, VALSASSINA (LC)
“Presso Bellano, amenissimo villaggio della sponda orientatale, del Lago di Como, è stata recentemente scoperta una nuova fonte minerale acidulo – salino – ferruginosa, meritevole di tutta l’attenzione dei medici per la sua salutifera azione contro gran numero di malattie.
Quest’acqua scaturisce alla distanza di circa ottanta passi dalla sponda sinistra del fiume Piovema, altezza di circa metri 76 al di sopra del Lario e si sale ad essa per la strada provinciale che conduce nella Valsassina varcando sul ponte di San Rocco l’orrido che trae l’ammirazione dei viaggiatori e dopo Bonzeno prendendo un delizioso sentiero campestre fra vigneti e macchie.”
Questa breve descrizione, riportata sulla Gazzetta Medica Italiana del 1851, narra come la località di Tartavalle doveva apparire agli occhi di uno dei più autorevoli chimici dell’epoca, padre Ottavio Ferrario, giunto in Valsassina appositamente per esaminare l’acqua di una fonte scoperta da pochi anni ma che “dimostrò ben presto ai valligiani che l’usarono, quanto essa riuscisse efficace nella cura ricostituente generale”.
La fama di Tartavalle cominciò così a diffondersi. Comincia un pellegrinaggio consistente di ammalati presso la piana di Tartavalle: si tratta di persone colpite da “flogosi lente e croniche degli organi gastro-epatici, affezioni degli organi orinari, anemie, disturbi di stomaco, e diverse forme in cui i principi infiammatori possono essere risolti”.
Le principali sorgenti sono due: l’Antica Fonte e la Sorgente Grotto. La prima è solfato-bicarbonato-alcalino-terrosa, indicata per la cura delle patologie epatiche, delle vie biliari e contro l’anemia – grazie al ferro in sospensione, che le dona peraltro il caratteristico colore che ancora oggi la contraddistingue. La Sorgente Grotto invece è bicarbonato-alcalino-terrosa, consigliata per la cura di malattie renali e patologie delle vie urinarie.
Il periodo d’oro delle Terme di Tartavalle va collocato proprio a cavallo tra fine Ottocento ed inizio Novecento: l’acqua di Tartavalle è la prima vera fortuna della Valsassina per quanto riguarda il richiamo di turismo, al punto che alla stazione di Bellano viene aggiunta la scritta Tartavalle Terme.
Dalle informazioni del Ministero dell’Interno del 1907 si ricava che i visitatori della fonte sarebbero circa 1500 l’anno, accolti in loco dal piccolo stabilimento creato da “Don Clemente e Don Tranquillo Fondra, esercitato dal signor Giuseppe Villa, che ha 10 tinozze da bagno in cemento e 5 docce. Il prezzo di ogni operazione balneare è di £ 1. Annesso allo stabilimento vi è un albergo capace di alloggiare contemporaneamente 80 persone, con una pensione media giornaliera, di £ 7.”
Prima del 1910 erano già state realizzate le prime strutture ricettive pensate, in primo luogo, per accogliere i pazienti bisognosi di cure e successivamente per ospitare gli eventuali turisti attratti dal caratteristico contesto ambientale o mossi dalla curiosità.
Con la seconda guerra mondiale è chiaro che le cose cambiano: c’è poco da pensare all’acqua termale, ed in più l’albergo e la struttura delle terme vengono requisiti – tra il ’43 ed il ’45 – dai tedeschi che vi collocano il comando della milizia territoriale germanica per tutta la Valsassina e la confinante Valvarrone, che registrava verso Premana, sul Legnone e su altri monti un’intensa attività partigiana.
Negli anni ’60 assistiamo ad un nuovo rilancio. Sono questi gli anni che vedono Tartavalle ospitare i ritiri del Calcio Lecco e persino della Nazionale azzurra di ciclismo, serate di gala, eventi di moda. Sono gli anni in cui nasce la sagra delle sagre della vicina Pasturo, viene organizzato il primo Gran Premio ciclistico della Valsassina nel 1966.
L’albergo a fianco degli stabilimenti termali può ospitare fino a 120 persone ed offrire ai clienti un ambiente particolarmente salubre, grazie alla pineta di oltre 60.000 alberi che lo circonda. Negli anni ’80, quel che resta del sogno naufraga definitivamente.
L’ultimo capitolo della sfortunata Tartavalle comincia nel 2007 con la costituzione della società TERME DI TARTAVALLE S.r.l. per l’acquisto del vecchio complesso termale e per investire nel progetto di rilancio dell’area: fino al 2017 si susseguono diversi progetti, di cui l’ultimo naufragato nel 2016 – anno della sentenza pubblica del Tribunale di Lecco che dichiara il fallimento della Antica Fonte di Tartavalle S.R.L.
Rimaniamo in attesa di capire cosa accadrà a questo luogo, intanto l’acqua continua a sgorgare imperterrita, coi suoi riflessi rosso scuro, ed ancora c’è chi, ormai anziano, si ricorda bambino andare a prenderla vicino al fiume, doverla bere su indicazione dei genitori perchè la fa bee. E ne sente ancora il sapore ferrigno in bocca.
INFO: termeditartavalle.it & urbexcameraobscura.wordpress.com
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