La drammatica storia di Alex in un incontro dell’Uniter Valsassina

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“Alex era un ragazzo pieno di vita, gioioso, attivissimo , non stava mai fermo un attimo” . Così ha ricordato Alex Crippa la sua mamma, in un incontro molto commovente tenutosi presso la Biblioteca di Introbio, mercoledì 10 luglio, tra alcuni soci dell’Università della Terza Età Valsassina e i rappresentanti dell’AIDO Lecco (Donatori Organi).

“Una sera, circa sei anni fa, era uscito in macchina per andare a trovare la sua ragazza: dopo qualche ora mi telefonano. ‘Signora venga in Ospedale, Alex ha avuto un terribile incidente’ . La chiamata che nessun genitore vorrebbe mai ricevere ! Mi precipito all’Ospedale di Lecco. Alex nell’incidente era stato catapultato fuori dall’auto, e aveva battuto violentemente la testa. ‘ Anche se sopravvive – mi hanno detto i medici, non sarà più quello di prima, il colpo ha avuto effetti devastanti anche sul cervello”.

Di colpo si spalanca il baratro davanti a questa povera giovane madre. Quando arriva la proposta inaspettata: ” Signora, quando il suo cuore cesserà di battere, noi possiamo trapiantare alcuni suoi organi in altre persone , che in questo momento ne hanno bisogno per vivere”.

E così è stato, ha spiegato Giacomo Colombo, Presidente dell’Aido provinciale di Lecco: attese le sei ore di osservazione usuali, una volta appurato che la persona non si sarebbe più ripresa, sono stati trapiantati cuore, fegato, reni, polmoni e cornee degli occhi.

“E’ come se la voglia di vita di Alex continuasse ancora nei corpi delle persone riceventi”, ha commentato la mamma.

Dettagli più tecnici sono stati dati dal dott. Gaetano Brambilla: l’espianto degli organi (anche se “espianto” non è il termine giusto) si può fare solo quando il paziente è ricoverato in “Rianimazione”, e ci sono i medici pronti a conservare gli organi nel modo giusto, anche in una borsa termica per garantire il freddo. Si comincia quando il paziente cade in coma irreversibile, e l’elettroencefalogramma è piatto da 6 ore (l’osservazione la fanno tre medici).

Dopodiché si procede: “Non può capitare che si espiantino gli organi quando un paziente è ancora vivo o abbia possibilità di sopravvivenza. In Italia, nel 2022, ci sono stati circa 4000 trapianti in tutto, soprattutto reni, fegato, cuore, e cornee, ma le liste d’attesa erano di 9000 potenziali ricevitori, anche perché naturalmente gli organi devono essere compatibili con il ricevente. Per questo l’AIDO si dà da fare per pubblicizzare la sua attività, e chiedere agli Italiani di esser più generosi”.

A conclusione dell’incontro , la storia di uno di questi “riceventi”, che dopo un ictus ha subito un trapianto di cuore, e che oggi può viaggiare tranquillamente in bicicletta :”finchè non hai ottenuto il trapianto, la tua vita è molto limitata. Spesso devi stare attaccato alle macchine, conduci una vita quasi vegetativa. Il trapianto invece ti dà la possibilità di tornare a una vita (quasi) normale”.

Insomma, un incontro sicuramente interessante, che ha rivelato alcuni elementi sicuramente angosciosi, ma certamente caratterizzati dalla disponibilità e dalla generosità di chi si fa espiantare gli organi, dando la possibilità a tante altre persone di superare le loro difficoltà sanitarie e riprendere finalmente a vivere.

Enrico Baroncelli

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