La Guerra dei cent’anni, tra Ucraina e Russia

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L’aveva giustamente nominata così, ricordando la famosa “Guerra dei 100 anni” tra Inglesi e Francesi, ai tempi di Giovanna d’Arco (1350-1450 circa) il grande direttore Paolo Mieli.
E in effetti si può dire che l’Ucraina, nata come unità regionale al tempo della I Guerra Mondiale (il Trattato di Brest Litovsk con i Tedeschi 1917) e riconosciuta ufficialmente nel 1922 da Lenin nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (CCCP) come una delle “cento repubbliche sorelle”, ha sempre avuto con la Russia un rapporto a dir poco “complicato” !
Da quando diventò una sede delle Armate Bianche, l’esercito zarista che si contrapponeva all’Armata Rossa guidata da Lev Trotzkj, dopo la Rivoluzione Bolscevica dell’Ottobre 1917, al tragico Holodomor, quando Stalin fece deliberatamente morire di fame milioni di Ucraini, tra il 1932 e il 1934, adducendo il pretesto che i silos di grano fossero vuoti, a causa di una carestia che aveva colpito il territorio ma non in modo così grave.

Fino all’invasione nazista, che vide molti Ucraini salutare le truppe del Reich come “liberatori” dall’odiato regime stalinista-comunista : molti di loro si arruolarono addirittura nelle Waffen SS, e un gruppo di Cosacchi venne in Friuli a terrorizzare le popolazioni italiane nel nome del Führer .

Al capovolgimento di fronte, e al ritorno in patria di molti dei soldati russi e ucraini catturati nella prima fase dell’ invasione dai Tedeschi (circa 3 milioni e mezzo di soldati) molti di loro non furono lasciati tornare a casa, e tantomeno riempiti di medaglie (“Vi siete arresi troppo facilmente” urlò loro uno Stalin inviperito) ma mandati nei Gulag a spaccare le pietre, dove morirono pochi anni dopo.

Nel 1954 Nikita Chruščёv, per ingraziarsi il favore degli Ucraini, unì ad essa anche la Crimea, che in realtà non c’entrava niente né con la Russia né con l’Ucraina: casomai nel passato era un Khanato che faceva riferimento all’Impero Turco. Ma anche qui Stalin aveva deportato molte delle popolazioni originarie, perlopiù di origine mongolica, per sostituirle con popolazioni russe, fatte appositamente trasferire.

Nel 1991 , al collasso dell’Unione Sovietica, l’Ucraina si stacca ufficialmente: le “cento repubbliche ” non esistono più, e ognuna va per conto suo.
Due anni dopo la Russia chiede di recuperare le armi atomiche, stanziate nelle ex basi sovietiche anche in Ucraina, in quanto a suo parere appartengono alla casa madre russa.
Gli Ucraini acconsentono, stipulando però un Trattato in base al quale la Russia si impegnava a non usare mai le armi atomiche contro l’Ucraina e a rispettarne i confini !!

Il resto è storia di oggi, dall’invasione della Crimea nel 2014 alla Guerra del Donbass: di questo parleremo in un incontro dell’Unitre Valsassina, mercoledì 5 Febbraio, a cura del prof. Enrico Baroncelli. Si parlerà della situazione attuale, della guerra distruttiva che ha portato almeno mezzo milione di morti da una parte e dall’altra (secondo Trump addirittura 800.000 morti per entrambi gli eserciti).

Si parlerà in particolare del nuovo ruolo dei droni in questa guerra, e si farà riferimento ai servizi video giornalistici pubblicati su Youtube da un giornalista di origini barziesi, Vittorio Nicola Rangeloni, che da ormai dieci anni segue molto da vicino questa guerra, rischiando spesso la propria incolumità personale, anche se i suoi servizi son un po’ “partigiani” : è un giornalista “engaged” dell’esercito Russo, e presenta dei punti di vista decisamente inediti per noi occidentali, decisamente “putiniani”, ma utile per capire una realtà sempre più drammatica sia per i soldati che soprattutto per le popolazioni civili.

L’appuntamento quindi è mercoledì 5 Febbraio sempre in Comunità Montana a Barzio, alle ore 16.

ENRICO BARONCELLI

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