Ricordate le Battaglie di Solferino e San Martino

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Non avrebbero potuto essere ricordate in modo più adeguato, le battaglie di Solferino e San Martino, svoltesi il 24 Giugno del 1859, se non da un incontro tenutosi presso la Comunità Montana della Valsassina, organizzato dall’Università della Terza età, a cui hanno partecipato, è il caso di dire “in armi”, Yuri Bergamo (Gruppo Storico 23 Marzo 1849 di Novara) e Augusto Ferraris, Presidente della Società Storica “Compania de le Quatr’Arme” di Moncrivello, provincia di Vercelli.

All’inizio una breve introduzione storica di Enrico Baroncelli, che ha ricordato non solo l’importanza di queste due battaglie nella costruzione iniziale dell’Unità d’Italia, compiutasi col Regno d’Italia , capoluogo Torino, il 17 Marzo 1861, e che ha ricordato anche un personaggio straordinario di quelle vicende, il “Soldato lombardo” Amatore Mastalli, così ben descritto dallo scrittore milanese “Scapigliato” Cletto Arrighi , in un libro recentemente ripubblicato dall’ex Sindaco di Parlasco Renato Busi con la supervisione di Carlo Beri, e distribuito anche dal Comune di Cortenova, di cui Mastalli era originario.

Mastalli, arruolato controvoglia nell’Esercito Austro-Ungarico, aveva partecipato a tutte le Rivoluzioni del 1848, disertando più volte dal suo stesso esercito e schierandosi con i ribelli anti Austriaci, in Polonia, Galizia ecc.

La conferenza però è stata centrata soprattutto sulle condizioni reali dei soldati a quell’epoca, sui loro armamenti (Yuri ha postato un fucile francese degli anni Venti dell’Ottocento ) sulle loro condizioni di vita.

“La divisa era in panno sia per ufficiali che per i soldati, un tessuto però pesante da sopportare soprattutto d’estate, quando si combattevano le battaglie – ha detto Ferrari -. Perciò, anche per risparmiare, ai soldati è stata poi data una divisa in tela, che costava meno ed era più adeguata.
Le tende dove dormivano alla sera, in campi quadrati solitamente allestiti nel classico “stile romano”, erano di tela cerata, in modo che fossero impermeabili alla pioggia.
Per mangiare si portavano numerose “gallette” (pane seccato) e soprattutto si confidava negli espropri e confische spesso perpetrate ai danni degli sfortunati contadini che vivevano nel territorio attraversato dagli Eserciti (animali, pecore, buoi, galline, e naturalmente grano)”.

“Molto importante era la distribuzione del vino (di solito piuttosto intenso e alcolico): per dare coraggio ai soldati, che spesso affrontavano la morte, era meglio che fossero un po’ ubriachi ! “
Nelle retrovie c’era l’Ambulanza, che all’inizio non significava un mezzo di trasporto ma proprio la sede dove venivano portati i soldati feriti (ricordiamo che dopo queste due battaglie sanguinose citate è stata creata la Croce Rossa Internazionale).

Per quanto riguarda l’armamento, i soldati avevano a disposizione fucili ad avancarica (cioè caricati davanti, con polvere da sparo e pallini di piombo, mentre la retrocarica è arrivata a fine Ottocento e significa caricare da dietro come oggi). L’operazione di carica era abbastanza complessa : in genere si sparavano non più di due colpi al minuto . La canna del fucile poi era liscia (non rigata) all’epoca, e quindi il proiettile era molto impreciso nella sua direzione .
Al termine del fucile c’era però la baionetta, innestabile, utile come una lancia negli scontri corpo a corpo (il fucile però diventava piuttosto pesante da tenere in orizzontale)

La sciabola era pertinenza degli ufficiali: più però che per “sciabolare” gli avversari, era utile per dare indicazioni ai soldati sulla direzione da prendere nell’assalto (più a est, ovest, oppure indietro).
“Gli ordini dati a voce infatti spesso non si sentivano, nel caos e nelle urla della battaglia, e gli ufficiali indietro dovevano ripetere gli ordini di quelli posti davanti, in modo che fossero più chiari ai soldati. La sciabola, sollevata in alto, era un utile punto di riferimento a questo proposito”.

Al termine della conferenza, in campo aperto, Yuri ha dato una dimostrazione di come si caricava un fucile.
Insomma, un incontro sicuramente interessante e coinvolgente: la speranza è che qualche Comune inviti tutta la compagnia, specializzata fin dal 2019 in rievocazioni storiche di battaglie militari, con moltissime e coloratissime divise disponibili (comprese quelle degli Austriaci !)

Enrico Baroncelli

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