Fiori della montagna

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I fiori selvatici del territorio della Comunità Montana della Valsassina, Val d’Esino, Valvarrone e Riviera raccontati da Pierfranco Arrigoni

All’Unitre Valsassina, Pierfranco Arrigoni, appassionato osservatore dei fiori delle nostre montagne da almeno mezzo secolo, il 23 Ottobre 2024 ha mostrato bellissime fotografie recenti e passate dei fiori spontanei che crescono timidi nei boschi, tra le rocce, sui sentieri, lungo i ruscelli e sulle sponde del Pioverna.
Come lievi carezze i fiori selvatici ingentiliscono il cuore e ispirano i poeti di ogni dove.
…la nebbiolina d’autunno della valle inciampa sulla corolla lilla dell’ultimo ciclamino reclinato su se stesso verso la terra bruna…
“Ho gridato di gioia, nel tramonto. Cercavo i ciclamini tra i rovai…tutta la via sapeva di ciclamini…” Antonia Pozzi, la poetessa triste di Pasturo, Canto selvaggio 1929.

Il naturalista Arrigoni cita Carlo Linneo, nato in Svezia nel 1707 da famiglia contadina, perchè considerato il padre della tassonomia, ossia la disciplina che si occupa della classificazione scientifica e della nomenclatura degli organi viventi, tra i quali i fiori. L’orto botanico di Palermo realizzato nel 1789 è organizzato secondo il sistema di classificazione di Linneo. E in onore di questo illustre botanico l’asteroide 7412 venne chiamata Linnaeus.
Pierfranco Arrigoni sostiene che ad oggi non c’è ancora una sintesi sulla flora spontanea della provincia di Lecco che conta un territorio di 815 kmq, nonostante gli studi approfonditi e le lunghe camminate su e giù pei monti e prati di naturalisti motivati e preparati.

Le ricerche hanno riguardato soprattutto le Grigne, da Leonardo da Vinci, Cermenati, Stenone, Spallanzoni, Rossi, Giacomini, Consonni, Fornaciari e il Giardino botanico alpino Rezia di Bormio istituito nel 1982 dove è stato portato il seme della campanula raineri tipica della Grigna che ha germinato e che ancora oggi si può ammirare in Valtellina…Si sono susseguite diverse pubblicazioni, come la rivista mensile: “La carta delle Grigne, un’iniziativa del T.C.I., la minuziosa descrizione dei fiori nostrani: “La flora insubria” di Consonni e Arrigoni del 1997, e il prezioso contributo di molti altri ricercatori come Giorgio Gianatti e Gabriele Piazza con il libro: “Camminare tra i fiori nel Parco della Grigna Settentrionale”.
Nel 2005 si tentò una pubblicazione organica di tali ricerche sulla flora spontanea a cura della Comunità Montana della Valsassina, Val d’Esino, Valvarrone e Riviera titolata: “La flora del gruppo delle Grigne, ma, come si evince, è settoriale.

Pierfranco Arrigoni raccomanda lo sfalcio dei prati dopo la fioritura, e la pulizia dei greti e dei sentieri a settembre. Lancia un complimento ai cacciatori che, dice Arrigoni, non è vero che non rispettano l’ambiente, anzi contribuiscono a tenere puliti ampi spazi montani. Per la flora selvatica è più pericoloso l’escursionista che non sa dove mettere i piedi, calpesta senza conoscere cosa, distruggendo intere colonie di piccoli fiori delicati come le sassifraghe.

I narcisi sono diminuiti in seguito all’erba alta, ormai paglia spessa e dura, e ai rovi che infestano i prati.
Poi ci sono i turisti della domenica che danneggiano il fragile ecosistema dei fiori campestri e di montagna: raccolgono un mazzolin di fiori per avere tra le mani la bellezza di ciò che vedono, ma che purtroppo appassisce subito e così viene gettata in un sacchetto di plastica tra i rifiuti…
Gli occhi di Pierfranco Arrigoni si sono illuminati quando ha elencato i fiori col nome latino che ha trovato tra i sassi e i cespugli, sui pascoli e in riva al lago. “Mi fermavo lento ad osservare, piano mi avvicinavo ai fiori, di una bellezza senza pari, sotto a cieli tersi con cautela li fotografavo…”.
Il naturalista indica spesso Esino Lario come luogo privilegiato per la veduta dei fiori alpini più rari.

Aquilegie blu e viola, ranuncoli, genziane, erica, orchidee, papaveri, iris, anemoni, stelle alpine, gerani, bucanevi, rosa di natale…e tanti altri con nomi impronunciabili, sarebbe così semplice chiamare i fiori con semplicità!
Pierfranco Arrigoni, coi fiori ha raccontato di anni e anni dedicati a immortalare il mistero della vita fra due peduncoli, un semino, una manciata di petali incollati a un esile calice che va in pezzi se manca la cura e il rispetto per la terra che ci ospita.

Henry David Thoreau, poeta statunitense nato nel 1817, laureatosi ad Harvard nel 1837,è considerato il precursore dell’ambientalismo e…della non violenza. Era convinto che la natura fosse il centro del benessere per l’uomo. Scrisse:”Vita nei boschi” pubblicato nel 1854, un libro autobiografico che narra dell’esperienza dell’autore vissuta in mezzo al bosco con descrizioni dettagliate dell’ambiente, dove l’uomo riesce a vivere in condizioni precarie, ma è felice di apprezzare le piccole cose, come i fiori che dondolano lievi al passaggio del vento…scriveva: “Ho camminato spesso per otto o dieci miglia attraverso la neve più profonda per rispettare un appuntamento con un faggio, o una betulla gialla, o un vecchio amico tra i pini”.

MARIA FRANCESCA MAGNI

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